Avendo superato i due terzi del tempo prefissato dalla sottoscrizione dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite nel settembre 2015 per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, considerati i diversi appuntamenti e le attenzioni che i diversi congressi pongono lungo l’anno  sul tema (non ultimo IGU Commission Geography of Governance), abbiamo voluto approfondire lo stato di attuazione dell’Agenda 2030 in alcune città.

L’Italia è un insieme di Paesi. In Italia le città sopra a 1 milione di abitanti sono appena due, Roma e Milano; otto le città tra i 300.000 abitanti e 1 milione, mentre quelle sotto i 5 mila abitanti sono ben 5.800 (oltre il 73%). I Comuni sotto i 15.000 abitanti sono 7163 e raccolgono praticamente il 40% della popolazione interessando l’83% della superficie (48% togliendo la superficie boscata). Una peculiarità che rende certamente la nostra penisola ricca di biodiversità urbana, una ricchezza che come ricorda Settis è fatta di tante tessere che costituiscono il mosaico del paesaggio Italiano. Allo stesso tempo questi valori evidenziano una forte sofferenza amministrativa per il territorio. Oltre il 50% della popolazione italiana vive in sistemi metropolitani ma altrettanti vivono in città, cittadine, paesi e zone rurali con minori servizi urbani.

Le città sono davanti a grandi sfide. Cambiano i cittadini, cambia la percezione delle cose e delle esigenze, cambiano le emergenze, cambiano i paradigmi stessi che hanno accompagnato lo sviluppo della città per millenni. Cambiano anche gli strumenti di pianificazione e progettazione anch’essi sempre più definiti dalle tecnologie. Il cervello cittadino diventa esso stesso una nuova infrastruttura urbana: dopo il paradigma del gemello digitale (digital twin) avanza il concetto di “city brain”. L’intelligenza artificiale, come internet, costituisce un ambito tecnologico orizzontale e pervasivo che ricoprirà un ruolo nello stesso sviluppo e governo della città.

Davanti alle grandi sfide digitali e climatiche, la progettazione, nella sua duplice espressione che il mondo anglosassone bene declina con “design” e “project”, riscopre la sua importanza. Una progettazione che coinvolge i cittadini nelle decisioni che riguardano la comunità diventa la strategia vincente per plasmare il futuro rendendo le decisioni più efficaci e consapevoli (o quanto meno condivisibili) e orientate allo sviluppo sostenibile. In questa direzione si muove tra l’altro la nuova norma UNI 11965. Sono solo alcuni aspetti della complessità dei fenomeni che coinvolgono e costituiscono la città e la sua governance.

La complessità ha bisogno certamente di calcolo per essere elaborata e l’intelligenza artificiale è uno strumento che ben può supportare questa elaborazione nella gestione e definizione di scenari, tuttavia è imprescindibile partire dai Dati e dalle Idee per affrontare le sfide della rigenerazione urbana e territoriale.

Come concorre una città al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità? Quali idee nella trasformazione e rigenerazione urbana e territoriale possono essere messi in campo? L’assessment 2030 è uno strumento che fornisce una lettura dei dati e costituisce uno strumento per aiutare la progettazione partendo dal dialogo con i suoi abitanti. Senza dialogo, che implica l’incontro e quindi una apertura, non può esserci cittadino e quindi neanche città.

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