Sulla transizione digitale l’Unione Europea ha avviato da tempo un percorso distintivo.
Prima col GDPR poi con i diversi regolamenti sui dati (Data Government Act, Digital Market Act, Digital Service Act) e più recentemente il AI Act sull’intelligenza artificiale.
L’intento è chiaro: cogliere le opportunità che i dati e la tecnologia digitale offre garantendo alcuni principi.
Il DSA (UE 2022/2065) costituisce il regolamento sui servizi digitali, sulla governance e sulla responsabilità dei contenuti. Chi ospita dati altrui non è responsabile del contenuto a meno che non sappia effettivamente che è illegale e ottenuta tale conoscenza non agisca per rimuoverlo. Introduce la cosiddetta “responsabilità condizionata” e favorisce nel mercato dei servizi digitali le piattaforme intermediarie.
Il DMA definisce delle regole specifiche per le piattaforme dominanti al fine di promuovere la concorrenza e l’apertura del mercato. I dati devono essere accessibili e interoperabili. Il DGA (UE 2022/868) insiste tra le cose nel merito della disponibilità e condivisione delle informazioni favorendo con esenzioni start up e pmi ed istituendo lo sportello unico.
Il Data Government Act favorisce la Data Driven Economy attraverso servizi di intermediazione, riuso e altruismo dei dati. Il Data Act (UE 2023/2854) vuole armonizzare il diritto di accesso e l’uso corretto dei dati nel settore dei big data, dell’internet of things e dei relativi servizi tenendo in considerazione che ben l’80% dei dati raccolti non vengono ancora utilizzati.
Il Data Act pertanto vuole raccordare i diversi regolamenti al fine di creare valore dai dati.
Su questi pilastri si pone AI Act, applicabile a tutti i settori escluso quello militare. Si introducono quattro livelli di rischio (inaccettabile, alto, limitato, minimo) derivanti dall’utilizzo dei dati e si vuole favorire un mercato unico. Di fatto con il AI Act si tenta di dare una definizione nel merito dell’intelligenza artificiale. All’art. 3 infatti viene esplicitato come esso sia “Un sistema automatizzato progettato per funzionare con diversi gradi di autonomia e che può mostrare capacità di adattamento dopo l’installazione, e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce dagli input che riceve, come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali“.
In tutte queste direttrici l’UE pone delle sanzioni importanti con qualche esenzione per le PMI.
Nell’ambito delle nostre attività imperniate nell’utilizzare e dare valore ai dati per rendere più abitabili i territori davanti alle sfide odierne, seguiamo da vicino questa evoluzione normativa e l’impatto che questa genera nei servizi digitali. E’ anche in questo scenario che si colloca l’esigenza di elaborare piani per la gestione dei dati, un’attività che ci ha visto recentemente impegnati con l’esperienza di elaborare il Data Management Plan, utilizzando Omnicheck, per il progetto europeo Eurolakes oppure nell’ambito del progetto di ricerca regionale S4C, attraverso il contributo di CrossTech di Enea sui DataSpace, ovvero nell’ambito di applicazioni e servizi basati su CKan per la pubblicazione degli open data.
Dati, tecnologie ma anche Idee.