fonte: Sabato Sera
Sorvolano, fotografano, riprendono dall’alto la terra. Sono i droni, o per meglio dire gli aeromobili a pilotaggio remoto, nati per scopi militari e poi, come spesso accade, diventati strumenti alla portata di tutti. A Imola già da alcuni anni la società SisTer li utilizza per raccogliere dati sulla situazione ambientale del territorio, informazioni che vengono poi incrociate ad altre e inserite all’interno di piattaforme tecnologiche in grado anche, ad esempio, di prevedere frane o inondazioni. “SisTer – spiega il presidente, Alessandro Seravalli – opera da oltre un decennio nel campo dei sistemi informativi geografici, sviluppando progetti specifici per enti pubblici e privati. Partiamo da informazioni georeferenziate, le mettiamo in relazione tra loro e forniamo ai clienti strumenti per comprendere il territorio e renderlo più sicuro.
Per fare questo sfruttiamo tutte le tecnologie in grado di fornirci dati utili. I droni ci permettono di fotografare il territorio in un determinato momento e ricostruire una immagine tridimensionale. Oltre ai droni, attraverso partner, possiamo usare ad esempio anche i trimarani per rilevare la situazione degli alvei dei corsi d’acqua”. I dati così acquisiti permettono di elaborare strumenti che facilitano non poco la gestione ambientale. “Per la Bonifica renana – aggiunge Luca Bianconcini, dello staff di SisTer – abbiamo realizzato un “cruscotto” che a partire da dati reali, acquisiti anche utilizzando droni, pianifica la manutenzione degli sfalci lungo i corsi d’acqua. Conoscendo forme e dimensioni dei canali, così come il ritmo di crescita del verde, si possono dare indicazioni su quando e quanto sfalciare. Allo stesso modo lo studio della portata dei corsi d’acqua e dei dati sul fabbisogno idrico dei territori coltivati, consente di dare indicazioni precise su quando aprire le paratie con il vantaggio di rendere più efficiente il servizio e di risparmiare acqua. Attraverso il fotorilevamento da satellite, invece, la Bonifica renana è riuscita per la prima volta e nell’arco di un solo mese a censire 4 mila appezzamenti attorno al Canale emiliano romagnolo”.
Imola, 14 marzo 2015